la basilica
Basilica di Sant’Eustachio
Nella fantastica cornice della Costiera Amalfitana, a picco sulla costa, si erge la possente Basilica di Sant’Eustachio che, ancora oggi, conserva parte della sua struttura e regala un panorama mozzafiato.
Davanti ai vostri occhi si aprirà una visuale a 360° che incanterà gli occhi e l’anima. Vi sembrerà di essere sospesi tra mare e cielo.
Basilica di Sant’Eustachio
Nella fantastica cornice della Costiera Amalfitana, a picco sulla costa, si erge la possente Basilica di Sant’Eustachio che, ancora oggi, conserva parte della sua struttura e regala un panorama mozzafiato.
Davanti ai vostri occhi si aprirà una visuale a 360° che incanterà gli occhi e l’anima. Vi sembrerà di essere sospesi tra mare e cielo.
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La nostra storia
Il sito di Sant’Eustachio è localizzato a Pontone, frazione di Scala, che in epoca medioevale era chiamata “Scalella”.
Sant’Eustachio, appartenente al Ducato di Amalfi, viene fondata nel X secolo, commissionata dalla famiglia D’Afflitto, viene consacrata soltanto nel XIII secolo deal vescovo Gerbino.
la basilica
Descrizione
L’impianto della basilica è a croce greca, scandito in tre navate da 8 colonne di marmo, con raffinati capitelli che riprendono l’ordine corinzio, dedotto dai particolari delle foglie d’acanto, con terminazione absidata.
L’atrio è antistante alla basilica ed è fiancheggiato dal maestoso campanile. Originariamente vi si poteva accedere attraverso tre porte, una centrale che era inquadrata da due leoni marmorei con due colonnette portanti, sui quali vi erano gli stemmi della famiglia D’Afflitto, più due porte laterali.
Matteo Camera nella sua “Istoria della città e costiera di Amalfi”, pubblicata nel 1836, riteneva che all’interno della basilica vi erano quattro cappelle funerarie appartenenti alla famigli dei committenti: una accanto alla porta centrale; due nelle rispettive colonne laterali e l’ultima potrebbe essere la cappella di Santa Caterina, fatta erigere da Bernando D’Afflitto per sua moglie Clemenzia Frezza, di cui si conserva la lastra sepolcrale nella chiesa di San Salvatore del Birecto, ad Atrani.
Nella navata centrale c’era un sontuosissimo ambone mosaicato, che poggiava sul dorso di leoni e leonesse e vi era un leggio a forma di aquila. La basilica possedeva una cripta “triabsidata” coperta da tre crociere di sesto acuto, lievemente rialzata e illuminata da monofore acute.
La cripta è raggiungibile dalla navata sinistra tramite una scala e, un tempo, anche dalla navata destra, oggi non più agibile a causa di un crollo. La facciata, che ancora oggi possiamo ben vedere, è molto raffinta, si può notare, infatti, la terminazione triabsidata con motivi ad arco intrecciati.
La struttura ha una forma a torre, poiché dell’estensione territoriale di Scala, sappiamo che era cinta di mura e da fortezze per difendersi. Questi studi sono stati intrapresi da Matteo Camera, grazie ad una ricognizione di Giovanni D’Afflitto del 1500.
Nei pressi della basilica, si ergeva la residenza dei D’Afflitto, che nel 1962 fu visitata da Arnaldo Venditti, ma era abitata da contadini.
Grazie ad alcuni documenti sappiamo che probabilmente ai D’Afflitto vanno attribuiti quattro palazzi, nei quali si trovavano grandi sale e bagni; si trattava di bellissime strutture antiche, raffinate e sontuose che erano intersecati di diversi stili quali: lo stile arabo, africano e spagnolo.